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Come utilizzare il filo interdentale?

Come utilizzare il filo interdentale?
Far entrare il filo fra dente e dente, con un movimento a lima, fino a superare il punto di contatto tra i due denti (evitando di “cadere “sulla papilla dentale). Accostare il filo ad uno dei due denti, avvolgendolo come la lettera C, quindi dopo essere scesi prudentemente, al fondo del solco gengivale, raschiare la superficie fino al bordo della corona dentale.
Facendo scorrere il filo fra le dita, rientrare nel medesimo spazio e ripetere le manovre sopra indicate, accostando all’altro dente. Indi passare allo spazio successivo.
Da tenere presente: cercare di seguire quella sistematicità di procedimento di cui si parlava prima in modo da non dimenticare nessuna superficie interdentale, neanche le ultime dietro ai molari più in fondo!
Il filo interdentale va usato prima dello spazzolino in modo che questo poi possa completamente rimuovere la placca batterica che è fuoriuscita dagli spazi interdentali ed è rimasta parcheggiata sulla parte vicina del dente.

Come essere sicuri di aver spazzolato bene?
Innanzitutto è importante essere metodici: la ripetizione sequenziale sempre degli stessi passaggi, rende la tecnica più affidabile e controllata. E’ importante prendersi il tempo ed il luogo adatti: davanti allo specchio, scostando le guance in modo da vedere quello che si fa.
Un criterio di controllo molto semplice è quello temporale: difficilmente un tempo di spazzolamento inferiore a 3 – 4 minuti può essere sufficiente in una bocca dalla dentatura completa. A questo si aggiunge il tempo necessario al filo interdentale che è oltremodo variabile, ma tende drasticamente a ridursi con l’allenamento!
Un criterio più oggettivo è quello di usare le compresse rivelatrici di placca. Queste compresse devono essere utilizzate dopo essersi puliti i denti.Vengono masticate, ridotte ad un bolo colorato che si scioglie in bocca. Con la lingua si distribuisce il colore su tutti i denti. A questo punto bisogna sciacquarsi la bocca abbondantemente. Il colore rimarrà aderente solo alla placca dentale incollata ai denti ancora sporchi. Si procede quindi ad un’autoispezione delle zone con placca colorata che devono essere ripulite. A questo punto si è sicuri di avere ottenuto il 100% del risultato. Dopo alcune osservazioni con queste compresse rivelatrici di placca (in genere bastano 5 o 6 volte) si scoprirà che le zone non pulite sono sempre le stesse e coincidono con aree della superficie dentale che per una nostra manualità particolare abbiamo più difficoltà a pulire. Conoscendole, senza più usare le compresse,sapremo dove andare ad insistere con lo spazzolamento! E’ opportuno riverificare queste zone a rischio ogni 3-4 mesi.

Che tipo di dentifricio usare?
Il concetto fondamentale è che la placca batterica è caratterizzata dal fenomeno dell’aderenza.
Questa è una caratteristica di alcuni batteri, fra cui quelli che costituiscono la placca dentale, di produrre nel loro metabolismo, delle sostanze adesive che si incollano alle superfici lisce e che, inglobando i batteri stessi, permettono loro di svilupparsi. La rimozione di questa “colla” batterica che nella bocca aderisce ai denti, deve essere meccanica: di conseguenza nello spazzolamento il fattore essenziale irrinunciabile è lo spazzolino.
Ciò non toglie che il dentifricio sia un utilissimo ausilio, non solo per l’azione cosmetica (alito fresco, buon sapore), ma anche terapeutica.

In particolare segnaliamo:
– le paste dentifricie al fluoro: una metanalisi di 70 pubblicazioni scientifiche sull’argomento ha dimostrato che l’uso regolare di tali paste riduce l’incidenza delle carie nei bambini e negli adolescenti.
– I dentifrici con triclosan e copolimero (Colgate):metanalisi di 16 studi osservazionali ha dimostrato la significativa maggior riduzione di placca e gengivite.

Insomma i dentifrici servono. Un discorso analogo può essere fatto per l’uso dei colluttori che possono essere un valido ausilio nel controllo della placca e nell’igiene orale.

Al termine di questa approfondita disamina della tematica dell’igiene orale bisogna ricordare un importante articolo comparso sul Journal of clinical Periodontology nel 2005. In questo articolo è stata compiuta una approfondita analisi della letteratura scientifica che ha dimostrato che in pazienti adulti affetti da gengivite lo spazzolamento spontaneo non è comunque sufficiente a controllare l’accumulo di placca batterica e che invece una seduta semestrale di igiene orale professionale con una spiegazione delle tecniche di igiene orale migliora la situazione clinica.

E’ quindi indispensabile sottoporsi alle visite periodiche dal dentista almeno per avere un controllo ed una verifica delle proprie abitudini di igiene orale.

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